Assagioli e lo sviluppo transpersonale

Assagioli e la psicosintesi

La psicosintesi è una teoria filosofica e psicologica piuttosto ampia. Assagioli trasse ispirazione per la sua teoria dalle filosofie e religioni orientali combinandole insieme alle più recenti scoperte scientifiche del mondo occidentale. In questo il suo lavoro si accomuna a quello di Ken Wilber. Quest’ultimo riconobbe che il medico italiano aveva avuto anche il grande merito di  aver creato un modello di integrazione tra la psicologia del “profondo” e quella delle “altezze”.

La volontà e la sua funzione sintetica

Assagioli afferma che la funzione sintetica dell’io si identifica con la volontà. Nella volontà forte, sapiente e buona si realizza la sintesi della struttura tripartita, io, es e super-io  che agiscono in un’interattiva alleanza al servizio di un fine che serva creativamente il ruolo sociale.

La volontà è la funzione centrale dell’io. Ad esse si aggiungono il pensiero, l’intuizione, la sensazione, l’impulso-istinto, l’emozione, l’immaginazione. Nella psicoanalisi freudiana queste funzioni servono all’Io per adattarsi. Per Assagioli la mente stessa è il risultato dell’azione intercorrelata tra le diverse funzioni.

Le subpersonalità o autorappresentazioni

L’Io si costruisce nello spazio interiore l’immagine di se stesso, e questo dà luogo al senso dell’identità. La costruzione dell’immagine di sé è il risultato di molteplici immagini mentali.

Le auto rappresentazioni sono strutturate attraverso l’interiorizzazioni di relazioni oggettuali con  le persone di riferimento affettivo con cui il soggetto è entrato in relazione.

Nella psicologia transpersonale si interiorizzano anche tutti i modelli, contenuti o qualità con cui l’io si identifica. L’autorappresentazione cioè può essere anche indipendente dall’interiorizzazione di oggetti esterni e strutturarsi come risultato di un processo di identificazione con oggetti interni del tutto autonomo.

Nella psicoanalisi tradizionale, l’interiorizzazione di una relazione esistente tra il sé e un oggetto, investita di una carica pulsionale, diventa parte del mondo interiore e qui ha una attività dinamica e assume una sua morfologia.

Secondo la psicologia transpersonale anche un contenuto della psiche con cui ci si identifica, tipo orgoglio o avidità, può dare luogo a una immagine di se stessi con la stessa carica di una relazione.

L’identificazione con oggetti interni o attributi mentali è alla radice di vere e proprie sub personalità che agiscono come personaggi interiori dotati di un ruolo, una motivazione e una finalità specifica. L’autorappresentazione o sub personalità è una persona interiore con una sua specifica fisionomia che mobilita cariche energetiche rivolte a uno scopo, spesso in contrasto con altre sub-personalità o auto-rappresentazioni.

Lo sviluppo personale come sintesi delle autorappresentazioni

Il mondo psichico è composto da costellazioni di sub personalità che giocano ruoli diversi e contraddittori. Questo modello evidenzia le molteplicità della psiche e le polarità che emergono nei complessi e nei conflitti della coscienza ordinaria.

La strutturazione dell’io, sino alla completa integrazione delle sue potenzialità, esige la sintesi delle auto rappresentazioni e la riunificazione delle sub personalità divise in una personalità intera al servizio di una volontà creativa ed intelligentemente finalizzata.

L’apice dello sviluppo personale vede funzioni e auto rappresentazioni organizzate armonicamente in un io unificato e determinato da motivazioni volte all’autorealizzazione.

 

Le autorappresentazioni di Eric Berne

Il teorico dell’Analisi transazionale vede l’io come un teatro dove si svolgono i ruoli di tre fondamentali personaggi: genitore, bambino e adulto. In ciò riprende la concezione tripartita di Freud. Infatti la teoria originaria dell’analisi transazionale, così come venne elaborata da Berne, può essere considerata un’evoluzione in senso relazionale della psicoanalisi freudiana.

Il genitore incarna il super-io freudiano, con le sue leggi e la sua morale; il bimbo l’es freudiano, le pulsioni e i bisogni; l’adulto l’io freudiano con la sua posizione difensiva e razionalizzante.

L’armonia dell’Io è il risultato della relazione tra un genitore realistico che ha funzione di guida protettiva, un bambino libero ed espressivo nella sua istintività, un adulto autodeterminato e dotato di discriminazione intelligente, capace di mediare tra le opposte richieste.

L’Io nevrotico mostra una lotta cruenta tra motivazioni, bisogni, aspettative. I comportamenti del genitore, del bambino e dell’adulto sono in contrapposizione tra di loro. I conflitti tra le tre auto rappresentazioni danno origine a diverse psicopatologie.

Conflitti tra le tre autorappresentazioni

Nelle situazioni conflittuali si ritrova facilmente un genitore esigente e irrealistico con aspettative onnipotenti accompagnate da veti e punizioni esercitate ai danni del bambino impedito nella sua infantile espressività istintuale. Nell’adulto si sviluppano meccanismi difensivi atti a nascondere quegli impulsi che stimolano la critica e la punizione del genitore. Meccanismi di difesa sono la rimozione, la razionalizzazione, la negazione, la proiezione. Essi sono tentativi dell’io di risolvere la paura e la vergogna, onde evitare il senso di colpa e la punizione. Tutto ciò che viene scisso dalla coscienza attraverso meccanismi di difesa è rimosso nell’inconscio o proiettato nel mondo esterno. Quel male che l’io tenta disperatamente di non riconoscere è spostato all’esterno con la proiezione e qui combattuto.

La soluzione dei disturbi di quelle auto rappresentazioni richiede l’accettazione degli elementi deboli e bisognosi della personalità e una revisione critica dei modelli con cui il soggetto si è identificato.

Nel modello psicoanalitico l’io che ha trovato la pace con l’es e il super-io è un io maturo.

Lo sviluppo transpersonale

Secondo il modello transpersonale l’io psicoanalitico ha superato le carenze ma non ha ancora sviluppato le qualità superiori della conoscenza, della bontà e della bellezza. Non è capace di visione intuitiva, non ha ancora raggiunto l’unione con gli archetipi e l’anima ed è ancora non realizzato.

Il primo fulcro dello sviluppo transpersonale corrisponde all’integrazione delle strutture dell’intuizione supercosciente che danno accesso alla creatività superiore, ove la produzione oggettuale è il riflesso di una bellezza trascendente.

Allo sviluppo della creatività superiore conseguono spesso una visione trascendente dei principi causali della realtà concreta e lo sviluppo di facoltà parapsicologiche di tipo superiore.

Il secondo fulcro corrisponde all’integrazione delle strutture archetipiche. Al contatto con gli archetipi universali la volontà egoica si volge al Sevizio della vita, il sentimento diventa amore, la conoscenza diventa percezione dell’interezza trascendente.

Il terzo fulcro corrisponde all’integrazione dell’interezza bio-psico-spirituale e alla conoscenza del sé quale nucleo individuale dove si realizza l’esperienza dell’Uno ontologico, o esperienza di Dio.

Per Assagioli questi tre fulcri sono tre gradi o livelli di realizzazione del sé. Nel primo livello il sé è realizzato totalmente nella sua creatività individuale.  Al livello successivo il sé ha integrato l’aspetto archetipico e collettivo.

Nell’ultimo stadio il sé è realizzato a livello cosmico e si riconosce come parte del sé universale. La chiarezza acquisita sull’interconnessione delle forme e dell’appartenenza all’ordine cosmico porta ad una naturale evoluzione dei moventi che si indirizzano verso  sensibilità ecologica e solidarietà sempre più intense.

L’espressione della comprensione, empatia e generosità è il risultato naturale dello sviluppo trans personale. A questo livello il soggetto possiede le qualità della discriminazione, della compassione e della comprensione che gli consentono di operare nel senso dell’equanimità.

Dall’autorealizzazione all’autotrascendenza

La spinta ai valori si qualifica come espressione di bisogni superiori, volti all’attuazione delle qualità dell’amore, della bellezza e della bontà. Dal bisogno di autorealizzazione si passa al bisogno di auto trascendenza che include il superamento del senso di separazione dal principio della vita, la perdita dei comportamenti dualistici e la resa alla volontà divina.

Integrati gli archetipi, attraverso la sintesi degli opposti, la discriminazione diventa perfezione e l’amore diventa completezza.

L’integrazione di ogni dualità nell’armonia dell’interezza e la felicità prodotta dal vivere nella totalità, nonché la vicinanza al principio divino produce quella fusione tra fatti e valori, che si realizza nei comportamenti oblativi, quale testimonianza del proprio appartenere ad un ordine la cui natura è l’amore.

Oltre questo stadio di armonica unità, all’apice dello sviluppo transpersonale, il riflesso di Coscienza si reintegra nella sua fonte costante oltre ogni divenire manifesto. L’apice dello sviluppo realizza l’Atman.

 

fonte:

Laura Boggio Gilot

Il Sé transpersonale