Il Sé nella psicologia scientifica

Poichè questo blog è dedicato alla ricerca del Sé, mi sembra corretto cominciare con un articolo sul Sè. Ma cosa si intende per Sé?

Il Sé nella psicologia scientifica

In tutti i tempi e nelle più svariate culture l’essere umano ha avuto la percezione intuitiva dell’esistenza di un centro interiore, essenza della natura umana, e lo ha descritto nei modi più svariati.

I Greci lo chiamarono Daimon, in Egitto era Anima di Ba, i Romani lo veneravano come Genius, nella società primitiva assunse l’aspetto di spirito protettivo, nela religione si chiama Anima, nella psicologia è chiamato Sè.

Al Sé si attribuisce l’essenza dell’umana interezza. Esso è matrice del pensiero e del sentimento, dell’impulso e dell’agire umano. Il Sè è stato considerato con accezioni profondamente diverse nel corso della storia della psicologia.

Sé e Io per Freud

All’inizio del movimento psicoanalitico, quando sviluppò la sua teoria pulsionale Freud non distinse il Sé dall’Io. Descrisse l’Io come un’organizzazione psicologica che ha le funzioni di percezione, giudizio, memoria, esame della realtà e difesa. L’Io equivale per Freud al centro cosciente o organo sensorio di percezione che ha la capacità di pensiero e di ricezione degli stimoli interni ed esterni. Opposto all’Io c’è il mondo dell’Es, dove regnano le pulsioni istintive che forniscono energia all’intero apparato psichico. Mentre l’Es tiene conto solo del principio del piacere, l’Io tiene conto del principio della realtà.

Successivamente Freud ridefinì l’Io non più come sinonimo di Sé ma come parte di una struttura tripartita, che comprendeva Es Io e Super-Io. Sottolineava che oltre alle funzioni coscienti l’Io ha anche sistemi difensivi che si sottraggono alla verifica cosciente.

Io e Super-Io

Nel destino dell’Io assume un’importanza decisiva il Super-Io, una parte che si forma con il risolversi del complesso edipico e rappresenta i principi etici interiorizzati. Il Super Io deriva dall’interiorizzazione di aspetti genitoriali e preserva l’autostima mantenedo l’armonia tra i codici morali e le manifestazioni dell’Io. Se il Super-Io è troppo rigido diventa distruttivo per l’individuo. E’ un’istanza giudicante e impedisce all’Io di abbandonarsi ai processi primari del piacere come suggerisce l’Es. Attraverso la rimozione dei contenuti indesiderati l’Io si difende dalle emergenze minacciose della sessualità e preserva il rapporto con la realtà.

Gli ideali del Super-Io sovra-determinano l’attività dell’Io, che arbitra i conflitti tra l’Es e la realtà attraverso una difficile situazione di controllo. Quindi per Freud l’Io non ha una struttura articolata e indipendente.

L’Io per Hartmann

Hartmann sottolinea la natura organizzativa dell’Io in funzione dell’adattamento alla realtà, ai fini della costruzione della personalità.

Secondo lui l’Io non deriva dall’Es come per Freud, e postula l’esistenza di apparati suoi propri o funzioni autonome quali l’internalizzazione, la comprensione, il pensiero e il linguaggio. L’Io come l’Es trae origine dal Sé.

Il Sé per la Jacobson

Secondo la psicoanalista Jacobson il Sé è la totalità della persona psichica e fisica, mentre l’Io è una struttura che si sviluppa in funzione della relazione con il mondo esterno. E’ agente di controllo e di organizzazione adattativa e ha una dimensione esperienziale attraverso cui deduce un proprio senso di esistenza nel corpo e nello spazio tempo. Per comprendere l’Io è essenziale il concetto di auto rappresentazione. Questa è una immagine falsa dell’identità personale che si sovrappone alla sua vera realtà. Tale illusoria auto immagine è creata dalla fusione con un modello interiorizzato di importante riferimento affettivo. Il senso dell’iIo è influenzato dalle auto rappresentazioni che alterano l’immagine realistica di se stessi.

Anche nelle varie definizioni di psicoanalisti che si sono succeduti resta sempre una confusione di fondo tra il concetto di Sé e quello di Io.

La prospettiva trans-personale di Jung

Questa prospettiva è stata anticipata da Jung. Il Sé è un tutto che comprende il conscio e l’inconscio della psiche umana, mentre l’Io riguarda solo la sfera conscia e corrisponde a quegli aspetti della psiche con cui il soggetto si è identificato e che ha riconosciuto come personali.

Come interezza che tutto abbraccia, il Sé contiene il passato e il futuro, come il seme che contiene a livello potenziale tutto l’albero futuro. A questa totalità appartengono la coscienza e l’inconscio personale ma anche l’inconscio collettivo con archetipi comuni a tutto il genere umano.

Il Sé di conseguenza ingloba tesi e antitesi ed in esso  si realizza la “coincidentia oppositorum”. Fonde il maschile col femminile in un’unità di contrari. E’ paradossale. E’ una sintesi di bene e male, e fonde i principi della determinatezza e dell’indeterminatezza, della pluralità e dell’unità.

 

Oltre ad essere una totalità, per C.G. Jung il Sé è un centro regolatore dell’intera psiche. E’ il soggetto di un processo che si svolge a livello inconscio. Ha la capacità di organizzare gli altri sistemi psichici che si raggruppano intorno ad esso. E’ “il soggetto di un processo che si svolge al di fuori dell’Io sul quale esercita una specie di effetto a distanza, unica manifestazione della sua presenza”.

Il Sé ha “carattere di finalità” presente a priori e l’impulso a realizzare questo fine esiste anche senza la partecipazione dell’Io.

Von Franz e il compito dell’Io

La Von Franz rileva però che tale principio-guida interiore si manifesta solo se l’io è disposto a seguirne i messaggi. E’ come se l’Io fosse stato creato dalla natura non per seguire i propri impulsi ma per contribuire a rendere reale la totalità. Il Sé si manifesta nella misura in cui l’Io può coglierlo autotrascendendosi, mentre può rimanere totalmente inconscio in un Io che si identifica solo con i suoi processi coscienti.

 

Jung rappresenta la natura del Sé attraverso il simbolo del cerchio. Il Sé è centro e principio regolatore dell’intera psiche. Come una circonferenza, il Sé comprende tutto il psichico.

Così il Sé per la concezione freudiana ha carattere immaginario quale effetto degli ideali narcisistici. Per Jung è un “a priori” archetipico, incarna un significato collettivo che trascende la personalità.

Il Sé per Assagioli

La psicoanalisi allude a una dimensione che ha origine materiale e risente del modello biomedico in cui si è formata. Il concetto di Sé junghiano risente della rivoluzione del paradigma scientifico ad opera delle teorie della fisica sub-atomica ed allude a dimensioni soggettive non definite nei limiti spazio temporali della personalità ma partecipa di una realtà più ampia e universale.

Jung parla del Sé come “scintilla dell’essenza stellare”, sperimentata dalla coscienza come qualcosa di trascendente.

Il concetto di Sé come totalità e centro è ripreso da Roberto Assagioli che fonde la concezione junghiana con il modello olistico e sistemico della scienza moderna e con la tradizione orientale. Il Sé quale unità bio-psico-spirituale è trans-personale, cioè è oltre i confini dell’ordinaria personalità definita dal corpo e dalla mente.

Il Sé trans-personale è parte di un Sé più ampio e universale come la goccia fa parte del mare. L’Io personale è solo un riflesso del Sé trans-personale, identificato con i contenuti istintivo-mentali e da questi limitato.

 

Assagioli riprende anche il concetto junghiano di Sé nella sua finalità e azione. “Esso appare esistere in una sfera di realtà diversa dal pulsare della corrente dei fenomeni psichici e di quella della vita organica, è ad essa trascendente e non può da questa venire influenzato, mentre il suo influsso può modificare profondamente le condizioni psicofisiche in cui l’Io esiste.”

Jung e Assagioli si sono riallacciati nella loro concezione del Sé quale totalità e centro alla tradizione Vedanta.

 

 

 

source:

Laura Boggio Gilot

Il Sé transpersonale

Nota: Ringrazio vivamente l’autrice di questo libro per la chiarezza, l’apertura e la possibilità che mi ha dato di addentrarmi in concetti di non facile comprensione.