I vari tipi di emergenze spirituali

Stanislav Grof ha indicato diversi tipi di emergenze spirituali.

Le esperienze di vetta di Maslow

Lo psicologo Abraham Maslow ha descritto una categoria di esperienze mistiche caratterizzate dalla dissoluzione delle frontiere personali  e dalla sensazione di diventare tutt’uno con gli altri, con la natura, con l’intero universo e con Dio.

Per indicare questo genere di esperienza ha coniato l’espressione “esperienze di vetta”.

Egli criticò la posizione assunta a quel tempo dalla psichiatria occidentale secondo cui tali sensazioni sarebbero state sintomi di una malattia mentale.

Maslow  ebbe modo di constatare che le esperienze di vetta si verificano spesso in individui normali. Non solo, se si lascia che facciano il loro ciclo naturale, conducono a una vita più attiva e alla cosiddetta “autorealizzazione”, cioè alla piena capacità di esprimere il proprio potenziale creativo.

Walter Pahnke

Walter Pahnke, psichiatra e ricercatore del Centro di ricerche psichiatriche di Baltimore, ha descritto l’esperienza mistica psichedelica in seguito a esperimenti con somministrazione di LSD.

Le caratteristiche psicologiche delle esperienze mistiche spontanee, così come riportate dalla letteratura, risultarono uguali a quelle ottenute con la droga. Queste caratteristiche sono:

Unità

Unità, un senso di unione cosmica raggiunta attraverso la trascendenza dell’ego. La persona diviene cosciente di far parte di una dimensione più grande. Si sente parte del tutto oppure sente che “Tutto è Uno”

Intensa emozione positiva

Stato di profondo benessere. Il soggetto prova gioia, pace, beatitudine e intenso amore.

Trascendenza dello spazio tempo

Trascendenza del Tempo e dello spazio, cioè il soggetto si sente al di là del passato, del presente e del futuro, e al di là delle dimensioni spaziali ordinarie, in un regno eterno e infinito.

Senso del sacro

Una sensazione di meraviglia in presenza della Realtà accompagnata da reverenza e umiltà.

Natura paradossale

Una persona può realizzare che sta provando una “identità di opposti”, che ha comunque senso al momento e anche in seguito.

Obiettività e realtà delle intuizioni avute

Il soggetto prova un sentimento di insight o illuminazione che, su un livello non razionale, gli consente di afferrare con certezza la Realtà Ultima.

Ineffabilità

L’esperienza provata è oltre le parole, impossibile da descrivere.

Transitorietà

Impermanenza dell’esperienza che non dura e rimane solo come un ricordo

Successivi effetti positivi

Si manifestano cambiamenti positivi nelle attitudini e nel comportamento, nei confronti di sé, degli altri e della vita.

La kundalini e il suo risveglio

Talvolta la corrente spirituale risale la spina dorsale avanzando come una formica.
Dice Ramakrishna che la coscienza spirituale di un essere umano non è risvegliata finchè kundalini non è risalita.

Kundalini è un termine sanscrito che identifica il sorgere di una forma di energia e di coscienza che rimane arrotolata alla base della nostra spina dorsale fin dalla nascita.

E’ la fonte dell’energia divina che si ritiene risiedere in forma quiescente in ogni individuo. A seconda della cultura questa energia viene identificata con diversi nomi, ad esempio prana o Chi .

Corpo fisico, corpo sottile e corpo causale

L’essere umano non è costituito solo dal corpo fisico, ma anche un corpo sottile e uno causale o spirituale.

Le nadi sono canali del corpo sottile lungo i quali scorre l’energia. Sono centinaia di migliaia, ma le principali sono tre. Due sono localizzate lungo la colonna vertebrale, una a destra e una a sinistra. La terza decorre lungo l’asse della colonna vertebrale.

I marma sono punti sensibilissimi del corpo umano di cui i sette chakra sono i maggiormente vitali e vulnerabili. Hanno il compito e la funzione di accumulare e “trasformare” l’energia universale prana  dotandola di particolari caratteristiche vibratorie.

Il risveglio della kundalini

La Kundalini può srotolarsi dalla base della colonna vertebrale come conseguenza di alcune pratiche spirituali come la meditazione o in risposta a eventi della vita.

Si può muovere a poco a poco, srotolandosi come un serpente, o in modo rapido ed esplosivo, coinvolgendo l’intestino, il cuore o la testa.

Il suo risveglio è in grado di innescare fenomeni e cambiamenti che possono essere tanto positivi quanto negativi, e che avvengono sia sul piano fisico che su quello psicologico e spirituale.

Ci si può sentire ispirati, carichi di energia e creativi, ma anche spossati, stanchi e stressati oltremisura. Si può andare incontro a stati estatici, gioiosi, drammatici, oppure sentirsi catapultati in mondi infernali.

Molto spesso questi fenomeni vengono accompagnati anche da sensazioni e movimenti del corpo che ci sono del tutto sconosciuti, come vibrazioni improvvise degli arti, visioni momentanee, miraggi e agitazione.

Il risveglio di kundalini, anche se generalmente considerato benefico, può essere pericoloso per la psiche e anche per la salute del corpo.

Una volta attivata, l’energia di kundalini risale attraverso la spina dorsale e fluisce attraverso i nadi, libera e scioglie postumi di vecchi traumi, apre i sette chakra principali  lungo l’asse che corrisponde alla colonna vertebrale.

Quando la shakti attraversa il corpo

Shakti o Sakti indica, nell’Induismo, il potere di un Dio di dare luogo al mondo fenomenico e al piano cosciente della creazione. Cioè la capacità creativa immanente, l’Energia divina personificata.

Quando la shakti attraversa il corpo, come un aratro scava grandi zolle e porta alla coscienza repentinamente un ampio spettro di elementi precedentemente inconsci.

Per esempio ricordi e riattivazioni di traumi psicologici e fisici, sequenze perinatali, esperienze archetipiche in forma di manifestazioni fisiche ed emotive.

Tremiti incontrollabili scuotono il corpo. Intensa eccitazione sessuale, dolori e malesseri appaiono e scompaiono velocemente. Si manifestano a volte percezioni extrasensoriali non mediate dagli organi di senso fisici.
La psiche è invasa da intense ondate di emozioni, ansia, ira, tristezza, gioia, rapimento estatico. Riemergono paure di morte imminente, paura della follia, pianto e riso.

A volte dal profondo riemergono perfino conoscenze di lingue credute sconosciute, ignoti canti e salmi di natura religiosa e spirituale.
E poi colori e visioni di magnifiche figure geometriche, luci brillanti di bellezza sovrannaturale, scene, identificazione e contatti con divinità e demoni, contatto con la memoria universale, odori intensi, cori celesti, orgasmi intensi di natura estatica.
Quando l’energia kundalini risale nel nadi centrale, o sushumna, non è possibile fermarla. Può condurre a un trasferimento di coscienza tale da abbandonare il corpo fisico in modo permanente se il soggetto sta vivendo una situazione ambientale o familiare molto penosa.

Nel corso del risveglio di kundalini possono anche riacutizzarsi temporaneamente vecchi sintomi latenti, giungendo a simulare condizioni che purtroppo a volte vengono diagnosticate come psicosi.

Crisi sciamanica

Lo sciamanesimo è la più antica religione dell’umanità e la più antica arte terapeutica. Si tratta di un fenomeno universale che probabilmente ebbe origine nel Paleolitico ed è sopravvissuto in quasi tutte le culture preindustriali fino ad oggi.

Ha uno stretto legame con certi aspetti primordiali della psiche umana. La carriera di molti sciamani, uomini e donne, ha inizio con un drammatico episodio involontario caratterizzato da visioni, che gli antropologi chiamano “malattia sciamanica”.

In tale situazione, i futuri sciamani perdono il contatto con l’ambiente e hanno profonde esperienze interiori, come il viaggio nel mondo sotterraneo.

Durante il viaggio vengono sottoposti da parte dei demoni a torture e prove inimmaginabili che spesso culminano in esperienze di morte seguite da rinascita ed ascensione nelle regioni celesti.

Holger Kalweit tra “guaritori, sciamani e stregoni”

Questi episodi, se vissuti nel modo giusto, possono risultare terapeutici. Uno studio approfondito su questo argomento si può trovare nel saggio dell’antropologo tedesco Holger Kalweit  “Quando la follia è una benedizione”.

Nelle esperienze sciamaniche è molto presente un forte legame col mondo animale e vegetale, con le forze elementari della natura e le energie creative dell’universo.

Molti sciamani sono colti da ispirazioni artistiche attraverso cui “ricevono” poesie, canti e dipinti.
Ma mentre gli sciamani dopo aver fatto queste esperienze tornano alla loro comunità e sono accolti in modo rispettoso, in Occidente le persone che vivono queste esperienze sono guardate con sospetto, se non addirittura internate in case di cura.

Kalweit conclude che l’uomo occidentale, a causa dei suoi pregiudizi egocentrici e della sua visione limitata e illusoria della realtà, è in grado di sfruttare solo in minima parte il proprio potenziale psichico.

Lo sciamano, invece, vivendo a cavallo tra due mondi, può far la spola tra la “normale” coscienza quotidiana e gli stati alterati di coscienza e trasmettere una conoscenza arcana che si esprime nelle sue tecniche di guarigione.

Risveglio della percezione extrasensoriale

Molte tradizioni spirituali e scuole mistiche descrivono l’emergere di doti e poteri paranormali come uno stadio naturale dello sviluppo della coscienza, anche se potenzialmente pericoloso.

L’attrazione e l’ossessione per i fenomeni psichici sono una trappola pericolosa per l’Io del ricercatore spirituale. Quando questo ostacolo psichico viene superato, le capacità psichiche acquisite risultano  ben integrate.

Un considerevole aumento delle facoltà intuitive e di fenomeni psichici o paranormali è estremamente frequente in concomitanza di varie forme di emergenza spirituale.
Praticamente, qualsiasi tipo di esperienza transpersonale fornisce in determinate circostanze delle informazioni stupefacenti, che non potevano essere state acquisite secondo vie convenzionali.

Molti individui che vivono queste esperienze riferiscono di aver avuto delle forme di percezione extrasensoriale, come precognizione e telepatia.

Le manifestazioni più estreme sono le esperieze di “uscire fuori dal corpo”. Qui la coscienza sembra separarsi dal corpo, acquistando la capacità di percepire l’ambiente senza la mediazione dei sensi.

Chi sperimenta questi stati di disincarnazione è in grado di osservare se stesso dal soffitto, di assistere ad eventi che avvengono in altre parti dell’edificio, di viaggiare in luoghi lontani. Questi stati sono particolarmente frequenti nelle situazioni di premorte.
Un altro fenomeno spesso riscontrato è la capacità di sintonizzarsi con i processi interiori degli altri, che si manifesta come telepatia.

Comunicazione con spiriti guida e channeling

Negli stati non ordinari di coscienza talvolta si entra in contatto con una identità che appare interamente distinta e indipendente dal proprio processo interiore. Si può avere un rapporto personale con tale entità che assume il ruolo di guida, maestro e protettore, fonte superiore di informazione.
Queste figure vengono chiamate generalmente spiriti guida. Si tratta spesso di esseri umani disincarnati, entità sovrumane, divinità, esseri che vivono su un piano di coscienza superiore.

Talvolta hanno l’aspetto di esseri umani, altre volte appaiono come una fonte luminosa che irradia. Altre volte non sono visibili, se ne sente solo la presenza. Tali entità comunicano con i loro protetti mediante il pensiero oppure inviano messaggi verbali.

Il channeling

Un tipo particolare di esperienza è quello denominato channeling che si era molto diffuso tra gli Americani.
Un individuo diventa un Medium, un mediatore o canale attraverso cui passano dei messaggi che provengono da una fonte presumibilmente estranea alla coscienza individuale.

Questi messaggi sono trasmessi verbalmente mentre l’individuo è in trance, oppure attraverso la scrittura automatica o telepaticamente.

Il channeling può costituire un’esperienza risanatrice e trasformatrice e l’informazione trasmessa spesso risulta una valida guida per la crescita personale.
La medianità ha svolto un importante ruolo nella storia dell’umanità. Tra gli insegnamenti spirituali trasmessi in tale modo ci sono i Veda degli indiani, il Corano e il libro dei Mormoni.

Molti passi del sacro testo di Zoroastro, dell’Avesta e della stessa Bibbia hanno origine in esperienze di questo genere.

Il Tibetano

Tra le più importanti fonti medianiche del XX sec, un’entità che si è fatta chiamare il Tibetano. Alice Bailey e Elena Blavatskij lo hanno indicato come la fonte dei loro scritti spirituali. Lo psichiatra Assagioli ha indicato in lui il vero autore del suo sistema psicologico chiamato psicosintesi.

Durante la sua vita Jung è andato incontro a molte esperienze transpersonali tra cui quella in cui trasmise mediaticamente il suo testo “septem sermones ad mortuos” che gli fu trasmesso dall’entità a lui presentatosi come lo gnostico Basile. Jung ebbe anche potenti esperienze con lo spirito guida Filemone.

Uno dei testi medianici contemporanei più noti è: “A corse in miracles”.  E’ un manuale per raggiungere la trasformazione interiore che Helen Schucman ha scritto dal 1968 al 1972. La psicologa fu aiutata nella stesura dal collega William Thetford ma sosteneva che il libro le era stato “dettato interiormente” da una entità che si è presentata come Gesù di Nazareth.
Durante il channeling il medium può acquisire dei dati esatti in campi a lui del tutto sconosciuti. Uno dei pericoli più gravi è l’inflazione dell’Io. Gli spiriti guida vengono percepiti come esseri con coscienza ed intelligenza superiore, molto evoluti e morali. Può capitare che i medium interpretino il fatto di essere stati scelti come una prova della loro superiorità.

Stati di possessione

La possessione è una forma di crisi psicospirituale caratterizzata da una strana sensazione che il proprio corpo e la propria psiche siano stati invasi da una entità o energia estranei, dotate di caratteristiche personali. L’entità viene percepita come maligna e ostìle. In molti casi l’energia aliena rimane latente e provoca un ampio spettro di problemi fintanto che la sua vera natura resta nascosta.

Può essere l’origine di patologie serie, varie forme di comportamento antisociale e perfino criminale, depressioni suicide e aggressività, impulsi sessuali promiscui o devianti, alcolismo e tossicodipendenza.

Nella forma più estrema e pericolosa i meccanismi di difesa vengono meno e il problema si manifesta in modo incontrollabile nel mezzo della vita quotidiana. In circostanze di questo genere questi stati di possessione possono condurre a forme molto distruttive e autodistruttive. Invece tali manifestazioni, nel giusto contesto terapeutico, potrebbero essere risanatrici e trasformative.

La possessione demoniaca appartiene al gruppo delle emergenze spirituali anche se può sembrare molto differente apparentemente e viene associata subito a psicopatologia.

La notte dell’anima

Gli individui che si trovano in questa difficile situazione sperimentano una profonda e vera “notte dell’anima”: si sentono malvagi, abominevoli, tagliati fuori dal mondo e abbandonati da Dio. Parenti e amici tendono ad allontanarli e questo causa sentimenti di disperata solitudine.
L’archetipo demoniaco che ne è alla base è per sua natura transpersonale e rappresenta la controparte del divino, di cui costituisce la polarità opposta, o immagine speculare negativa. Ma spesso costituisce uno schermo che cela l’accesso al divino, come le terrificanti figure che fanno la guardia alle porte dei templi orientali.

Anche in questo caso, dando alla persona l’opportunità di affrontare ed esprimere l’energia disturbante in situazioni in cui viene compresa e appoggiata, può emergere una esperienza spirituale positiva con un altissimo potenziale risanatore e trasformativo.

Rinnovamento psicologico

Un importante tipo di crisi di trasformazione è stato descritto dallo psichiatra e analista junghiano John Perry, che operava in California. Egli diede al processo il nome di Processo di Rinnovamento.

Perry si è formato presso il C. G. Jung Institute di Zurigo. All’inizio degli anni ’70 era impegnato in un programma sponsorizzato dall’Istituto Nazionale di Salute Mentale degli Stati Uniti che esaminava metodi innovativi di gestione della schizofrenia. Nell’ambito di questo programma Perry ha istituito un centro per i trattamenti a San Francisco chiamato Diabasis che gli ha dato l’opportunità di testare alcune sue teorie.

Le esperienze di Perry su questo tipo di crisi provengono da molti anni di psicoterapia con persone giovani che avevano avuto episodi acuti di stati non ordinari della coscienza superficialmente definiti episodi di schizofrenia. Questi giovani sono stati incoraggiati a vivere fino in fondo l’esperienza, evitando di somministrare loro farmaci soppressivi.

Coloro che vivono un processo di rinnovamento sperimentano delle sequenze drammatiche che implicano energie enormi. La loro psiche diventa un fantastico campo di battaglia, in cui le forze di Dio e del Demonio sono impegnate in un combattimento cosmico.
Un altro importante aspetto del processo di rinnovamento è l’importanza che in esso assume la morte nelle sue svariate forme. In questo tipo di crisi appare essenziale la comprensione della natura della morte e del morire. Talvolta si entra in contatto con l’aldilà e gli antenati.
Anche il problema degli opposti assume un interesse speciale per chi vive questo radicale rinnovamento psicologico. Particolarmente affascinanti appaiono questioni come la differenza tra i sessi, il rapporto sessuale, l’omosessualità e il superamento della polarità sessuale.

Una visione diversa della schizofrenia

Perry teorizzò che la schizofrenia si manifesta come una combinazione tra l’attivazione dell’inconscio e il collasso dell’Io. Questa valutazione si accorda strettamente con la pratica mistica, in cui l’aspirante mistico attiva deliberatamente l’inconscio attraverso tecniche come la ripetizione delle parole e la visualizzazione, mentre nega l’espressione della propria identità cosciente (ego) attraverso pratiche ascetiche come isolamento, celibato e digiuno.

Quando l’ego individuale di una persona crolla, spesso perché la persona non è stata propriamente integrata nella società civile, miti e rituali archetipici si riversano nella coscienza nel tentativo di reintegrare la persona. Se questo processo ha successo, l’effetto è reinventare l’ego individuale della persona in modo che possa trovare un ruolo che sia meglio adattato alle esigenze della società civile.

Il modo in cui la “schizofrenia” si sviluppa è che, in una situazione di crisi personale, tutta l’energia della psiche viene risucchiata fuori dall’area cosciente, in quella che noi chiamiamo l’area archetipica. I contenuti mitici emergono così dal livello più profondo della psiche, al fine di riorganizzare il Sé. Così facendo, la persona si allontana dall’ambiente ordinario e diventa piuttosto isolata in questo stato di sogno.

L’intero tumulto schizofrenico è in realtà un’esperienza di auto-organizzazione e di guarigione. E’ uno stato in cui tutto sembra essere fatto di energia libera, un gioco interiore di immagini libero attraverso il quale la psiche alienata si riorganizza spontaneamente, in modo tale che l’ego cosciente venga riportato in comunicazione con l’inconscio.

Le nozze sacre

Il processo di rinnovamento spesso termina con l’esperienza delle “nozze sacre”, la sacra unione con un partner ideale, che può essere sia una figura archetipica idealizzata, sia una persona reale idealizzata, sulla quale si è proiettato questo ruolo.

Solitamente queste nozze stanno ad indicare il raggiungimento di un nuovo equilibrio psicologico, tra maschile e femminile. A questo punto il processo sembra raggiungere il centro, o principio organizzativo della psiche, quello che Jung ha chiamato il Sé.

Il Sé

Questo centro transpersonale rappresenta la nostra natura più profonda ed autentica ed è in relazione con il concetto indù di Atman Brahman, il divino dentro di noi.
Negli stati visionari, il Sé appare sotto forma di una fonte radiosa di luce e bellezza sovrannaturale, o di pietre preziose e metalli pregiati o perle risplendenti.

Le persone che entrano in contatto con questo dominio interiore solitamente interpretano tale conquista come un’apoteosi personale. Talvolta credono di aver vinto la morte e riescono a vivere un profondo senso di rinascita spirituale.
In questa fase risolutiva spesso ha un ruolo molto importante il numero quattro. Nella psicologia junghiana questo numero è considerato un simbolo archetipico del Sé nella sua totalità.

processo di trasformazione e individuazione

Via via che l’esperienza perde di intensità l’individuo si accorge che l’intero dramma è stato una trasformazione psicologica limitata al mondo interiore.
Perry comprese che le sequenze sperimentate dai suoi pazienti durante i loro episodi acuti erano identiche ai temi dei drammi rituali rappresentati durante le festività del nuovo anno in tutte le maggiori culture del mondo, nei tempi in cui i Re venivano visti come divinità incarnate.
Piuttosto che psicopatologia secondo Perry il processo di trasformazione rappresenta un passo molto importante di quella che Jung ha chiamato individuazione.

Emersione di ricordi di vite passate

Una categoria di fenomeni transpersonali che avvengono durante le crisi spirituali merita una menzione speciale a causa del ruolo chiave che occupa nelle religioni di molte culture e della sua importanza terapeutica. Sono i ricordi di vite passate o esperienze karmiche.

Solitamente descrivono eventi emotivamente molto carichi e rappresentano i protagonisti, l’ambiente e le circostanze storiche in modo dettagliato.

Una importante caratteristica delle esperienze karmiche è la convinzione da parte di chi le vive che si tratti di ricordi di una vita precedente.
Esperienze di questo genere hanno ispirato certamente la concezione indiana della rinascita e della legge del Karma.
Secondo questa dottrina, la nostra esistenza non è limitata ad un’unica vita ma è fatta di una lunga catena di incarnazioni. In genere noi non ricordiamo gli eventi delle incarnazioni precedenti.

In virtù della inesorabile legge karmica la nostra vita presente è condizionata dai debiti e dai crediti contratti nelle vite precedenti. Le nostre azioni attuali influiscono sul destino futuro.

concetto di reincarnazione

Il concetto di reincarnazione era pressocchè universale nelle culture preindustriali. E’ la pietra miliare dell’Induismo e del Buddismo, del Giainismo, la religione di Sikh e il Buddismo Vajrayana tibetano.

A questi si aggiungono gli antichi Egizi, gli Indiani Americani, i Parsi, le culture polinesiane, il culto orfico dell’antica Grecia.
Analoghi concetti esistevano nel Cristianesimo prima del 553 d.C., quando furono banditi dal Concilio di Costantinopoli sotto l’imperatore Giustiniano.

I ricordi delle vite passate, quando sono prossimi alla coscienza ma non abbastanza da affiorarvi, possono provocare disagi emotivi e fisici. La persona può provare strani sentimenti e strane sensazioni in diverse parti del corpo che non hanno origine nella realtà ordinaria.

Altri sintomi sono paure immotivate o attrazioni inspiegabili e compulsive nei confronti di altre persone, luoghi e situazioni. Nella coscienza può emergere ricorrente l’immagine di un volto ignoto, di un paesaggio o un oggetto.
Altri problemi possono manifestarsi quando una forte esperienza karmica comincia ad emergere dall’inconscio nel mezzo della vita quotidiana.

Alcuni individui, sotto l’influenza di un ricordo emergente della vita passata, identificano certe persone della loro vita attuale come partner karmici, nemici o anime gemelle. Di conseguenza  cercano un contatto con esse.

 

source

Stanislav Grof

http://csp.org/docs/PahnkeIngersoll1969.pdf