Il Sè nella cultura Yoga

I chakra, l’energia cosmica e i blocchi energetici

Per comprendere la concezione  accolta nella prospettiva trans-personale dobbiamo approfondire anche la cultura Yoga. Qui il collegamento tra i sistemi dell’individualità è stato descritto con il funzionamento dei centri psicofisici, detti chakra, connessi tra loro dai nadi, canali supersottili che fanno circolare nell’individualità l’energia cosmica.

Il blocco energetico a livello di un centro psicofisico impedisce lo sviluppo armonioso della personalità verso un livello superiore. La disciplina yoga ha lo scopo di liberare l’energia bloccata a partire dai chakra più bassi.

La relazione corpo-mente è stata riconosciuta anche dalla medicina psicosomatica. Una grande fascia di malattie, dall’ulcera all’ipertensione, allergie, dermatosi e anche il cancro sono attribuite al disordine della mente e all’incapacità del corpo a sostenere e difendersi dalle aggressioni del pensiero negativo.

Ciò che è ancora sconosciuto sia alla medicina che alla psicologia è il rapporto tra Anima e Mente e quello tra Spirito e Anima.

L’enfasi della saggezza yoga-vedanta va alla purificazione della mente come condizione attraverso cui la luce dello spirito possa riflettersi nella coscienza.

Conoscenza come scelta tra alternative proposte

Nella tradizione scientifica mente, coscienza e percezione si identificano. La conoscenza ordinaria è fondata sulla mente analitica e ignora la consapevolezza intuitiva, archetipica e trascendente.

La psicologia ha considerato la mente come l’espressione dei processi razionali e la coscienza come un epifenomeno nel mondo materiale, associata al funzionamento degli emisferi cerebrali.

Il soggetto percipiente è composto sia da meccanismi di controllo centrale, cerebrali e neuronali, che da meccanismi psico-emotivi.

Nella psicologia sperimentale, la percezione è definita quale discriminazione differenziale. Non è quindi ricezione neutra di stimoli ma scelta tra alternative proposte. Il soggetto sceglie tra la vasta gamma di fenomeni oggettuali quelli che occorrono per la sua sopravvivenza, selezionando alcuni oggetti dalla massa di informazioni che lo raggiungono.

Il soggetto percipiente adotta una modalità di attiva manipolazione della realtà e dell’ambiente esterno assumendo una posizione selettiva verso il mondo. La percezione non è una passiva registrazione dell’ambiente esterno ma una costruzione personale che frantuma l’unità e la ricchezza della  realtà in pezzi scomposti e ha come méta primariamente la sopravvivenza biologica.

Le componenti emotive alterano la percezione dell’ambiente. Quando le difese dell’io dai pericoli dell’ambiente deformano la percezione dell’ambiente stesso e la percezione diventa proiettiva, il mondo oggettuale viene colorato dalle forme del mondo soggettivo.

La psicologia cognitiva ha contribuito a dimostrare che anche elementi concettuali come pregiudizi, personali assunzioni e credenze influenzano la percezione della realtà.

Il cervello umano e i due emisferi

Anche il cervello umano è asimmetrico strutturalmente e funzionalmente.

L’emisfero destro appare collegato a processi che si esprimono con immagini. La percezione con l’emisfero destro riconosce l’intero più che le parti, contiene opposti o ambiguità, è metaforico e sintetico. Al contrario l’emisfero sinistro è analitico, logico e verbale. E’ responsabile dei processi critici e di selezione degli oggetti.

L’attivazione dell’emisfero sinistro aumenta le capacità logiche e dialettiche, mentre l’attivazione di quello destro le capacità artistiche, filosofiche e contemplative.

L’interazione tra i due emisferi è necessaria per lo sviluppo completo dell’intelligenza. Pertanto, secondo la neurofisiologia, il concetto del Sé è un prodotto degli emisferi . Alcuni sudiosi associano l’attività dell’emisfero destro all’inconscio.

Queste concezioni identificano la mente con la coscienza.

Cos’è la Coscienza nella tradizione Yoga?

Nella tradizione Yoga-Vedanta invece la coscienza è l’intelligenza cosmica che testimonia la trascendente perfezione. La coscienza è alla radice della materia e alla radice della mente. La coscienza si esprime attraverso la mente. La presenza della mente permette alla Coscienza di agire nel mondo manifesto.

Le funzioni mentali si rendono disponibili secondo il grado di purificazione dei fattori mentali. L’intuizione è impedita dal flusso di pensiero razionalizzante e il suo sviluppo esige lo stato di silenzio mentale.

I filtri della percezione

La Tradizione Yoga-Vedanta associa la sofferenza alla coscienza modificata, a causa di una condizione naturale di uno stato di separazione dall’unità della vita.

In questa condizione, perduta l’originaria gioia dell’essere eterno e costante, si sperimentano l’illusione della finitudine e gli stati emotivi conseguenti,  paura, ostilità e solitudine.

Nella Coscienza non-duale esistono pace e armonia e non esiste nulla di diverso e separato da se stessi. Nella coscienza modificata dai contenuti mentali, alla pace senza tempo e senza divisione si sovrappongono trame illusorie che ricoprono la perfetta interezza del creato con una apparente manifestazione.

Ciò che sentiamo il nostro io e le nostre esperienze sono solo una deformazione irreale dovuta ad una transitoria scissione dal grande oceano dell’immodificata Coscienza.

Fattori di percezione

Il pensiero costruisce la percezione, cioè questa dipende dallo stato della mente. E’ il meccanismo della proiezione dei contenuti mentali sull’oggetto che costituisce la visione oggettuale. Ogni essere umano crea la sua realtà attraverso il proprio modo di pensare.

Maslow dice che vediamo ciò che siamo. Tutto ciò che vediamo è un riflesso di noi stessi: attraverso la proiezione del pensiero, ciò che appare è solo un’estensione della nostra mente, riflessa nell’informale infinito.

La proiezione

In psicologia la proiezione è lo spostamento non cosciente di una parte di se stessi nel mondo esterno. La proiezione nevrotica sposta all’esterno il male che vuole negare dentro di sé.

Nella tradizione orientale l’intero mondo del pensiero è considerato una proiezione e tutta la percezione è considerata allucinatoria perché crea un velo e non corrisponde alla Realtà non duale. Poiché la mente plasma l’oggetto secondo il suo stato del momento, la percezione è di per sé illusione. I contenuti emotivo mentali sotto forma di desideri, dubbi, paure, progetti e speranze sovrappongono trame particolari all’ordine del mondo e velano la perfetta unità del creato.

Lo stato della mente che è all’origine del pensiero e della percezione è costituito da attributi o qualità che appartengono alla natura, detti “guna”.

Anche nel Buddismo i fattori che compongono gli stati mentali determinano le condizioni della salute mentale e i processi della percezione. L’ignoranza o l’illusione, quella nebulosità percettiva che causa la mistificazione degli oggetti di consapevolezza, è considerata la sorgente degli stati mentali patologici. Bisogna purificare la mente, liberandola dal condizionamento del desiderio. Per accedere alla totalità del reale bisogna sviluppare le qualità etiche, condizione della consapevolezza.

Le virtù o i vizi della personalità in altre parole agiscono come filtri che stabiliscono il modo in cui il soggetto sperimenta la realtà e reagisce ad essa.

Solo se ci si libera da desiderio, collera, avidità, invidia, gelosia, egoismo, orgoglio, arroganza, possessività, competizione, ma anche pigrizia e negligenza, si ha la percezione della causa oltre che degli effetti.  Si scopre l’interezza dietro l’apparente frammentazione.

Solo i fattori spirituali, cioè le qualità e i valori superiori, e una mente purificata e pregnata di tali fattori possono realizzare la vera conoscenza.

Maslow e i valori

Maslow ha parlato dei valori come fattori “eupsichici”, necessari per raggiungere la piena crescita umana. La deprivazione dei valori causa una particolare sofferenza mentale che si manifesta in aridità, noia e cinismo.

Le qualità spirituali strutturano la percezione realistica, la calma mentale e i comportamenti unitivi, quindi per Maslow i  valori etici sono un obiettivo della psicoterapia.

Nello studio e nel trattamento della psicopatologia si dovrà dare enfasi allo sviluppo dell’eticità e alla purificazione dei difetti dell’egoismo e dell’avidità, e alla disidentificazione da quei modellli dualistici che sono alla base della competizione, dell’antagonismo e dell’ostilità.

Così, poiché il pensiero crea la realtà, il pensiero che veicola valori spirituali costruisce unità e pace, quello che veicola il desiderio egoistico costruisce dolore e conflitto.

La conoscenza è il risultato di un processo che esige la purificazione dei fattori mentali, perché la mente sia capace di servirsi delle proprie funzioni e di percepire l’oggetto nella sua realtà. Successivamente alla purificazione dovrà verificarsi il distacco dalla mente in sé, affinchè sia possibile conoscere il sostrato degli oggetti mentali.

 

fonti:

Laura Boggio Gilot

Il sé transpersonale. Psicologia e meditazione Yoga- Vedanta

Nota: Ringrazio vivamente l’autrice di questo libro per la chiarezza, l’apertura e la possibilità che mi ha dato di addentrarmi in concetti di non facile comprensione.