Sè o Anima per Assagioli

Cos’è l’anima?

In molte tradizioni religiose, filosofiche e mitologiche, si crede nell’essenza incorporea dell’essere vivente, chiamata anima.

Anima o psiche (dal greco “respiro”) indica le capacità mentali di un essere vivente: ragione, carattere, sentimento, coscienza, memoria, percezione, pensiero, ecc.

A seconda del sistema filosofico, un’anima può essere creduta mortale o immortale. Nel giudeo-cristianesimo, solo gli esseri umani hanno anime immortali.

Ad esempio, il teologo cattolico Tommaso d’Aquino attribuì l’anima a tutti gli organismi, ma sostenne che solo le anime umane sono immortali. Altre religioni, in particolare l’induismo e il giainismo, sostengono che tutti gli organismi biologici hanno anime (atman, jiva) e un principio vitale (prana). Alcuni credono che anche entità non biologiche come fiumi e montagne possiedano l’anima. Quest’ultima convinzione si chiama animismo.

Atman

Ātman è una parola sanscrita che significa sé interiore o anima. Nella filosofia Hindu, specialmente nella scuola Vedanta dell’Induismo, Ātman è il primo principio, il vero Sé di un individuo oltre l’identificazione con gli aspetti fenomenici, l’essenza di un individuo. Per ottenere la liberazione (moksha), un essere umano deve acquisire la conoscenza di sé (atma jnana), che è rendersi conto che il proprio vero sé (Ātman) è identico al sé trascendente Brahman.

Nell’Induismo, l’anima viene anche chiamata Anupadaka, cioè priva di aspetti che la separino dal resto della creazione. Il principio separativo, “ego”, è soltanto un riflesso limitato di questa immensa energia.

Liberazione dall’illusione (Maya)

Nelle diverse vite che l’uomo si trova a vivere attraverso la reincarnazione, le esperienze vissute entrano a far parte del bagaglio dell’anima, che ha così la possibilità di ricordarle tutte. Il fatto di non ricordare nulla delle vite passate può dare un’idea della distanza che ogni rinascita si viene a creare tra la percezione che l’uomo ha di sé stesso durante la vita (ego) e la sua vera natura (anima).
Soltanto gli iniziati e i maestri riescono a ricordare le vite precedenti, perché la loro identificazione non è più con l’ego inferiore ma con il vero principio unificatore, e la sintonia con la loro anima è pressoché perfetta.

Tutte le pratiche Yoga e, più in generale, molte delle diverse articolazioni del pensiero indiano hanno sostanzialmente come obiettivo la liberazione dalla schiavitù dell’ego, intendendo quest’ultimo come un’illusione (Maya) apportatrice di sofferenza che si perpetua attraverso l’incessante ciclo delle reincarnazioni (Samsara).

L’ignoranza metafisica dell’essere umano

La concezionene vedantica dell’uomo comprende l’insieme di corpo-mente-anima-spirito, ed è una concezione traspersonale e olistica.

Ad un livello profondo il reale è così strettamente unificato da non lasciare scoprire in sé dualità o modificazioni di forme e sostanze. Questo è stato dimostrato anche dalla fisica quantistica.

La scienza occidentale, seguendo il paradigma meccanicistico, considera reale solo l’universo materiale. Diversamente, la filosofia vedantina considera la natura e tutto il fenomeno dell’universo come una sovrapposizione che vela il suo immutevole, trascendente e intelligente Sostrato.
L’universo è in continuo divenire, è incostante ed impermanente, mentre l’Assoluto che è il sostrato che lo sottende, non diviene, ma è costante e permanente.

Secondo quanto scritto nelle Upanishad, l’errore di considerare reale ciò che è solo una sovrapposizione al Reale è paragonabile allo scambiare la corda per il serpente. E’ l’illusione (maya), determinata dall’ignoranza metafisica (avidya), da cui deriva il dolore dell’essere umano.

identificazione con il Relativo e non con l’Assoluto

Nella Tradizione Vedanta, questa illusoria percezione del divenire è attribuita all’identificazione con le forme manifeste che rende inconsapevoli e separati dal Reale e dalla sua serena immutabile stabilità.
Tale identificazione, producendo l’illusione del mondo relativo, rende l’essere umano come il prigioniero della caverna del mito platonico, lontano dalla luce e immerso nelle ombre mutevoli ed ottenebranti di una pseudo realtà, separato dal suo Principio. Obiettivo del Vedanta è la disidentificazione dal relativo e la realizzazione dell’Assoluto.

Sè o Anima?

Per Assagioli da un certo punto di vista, “Sé” e “Anima” sono uguali, ma non usa la parola anima perché questa può dare luogo a malintesi. Essa infatti viene usata in modi diversi e contrastanti. Oltre che per esprimere il concetto tradizionale di un’entità spirituale, anima è talvolta usata in un senso diverso, più o meno come sinonimo di ego, personalità o coscienza.

Pertanto preferisce impiegare il termine Sé, contraddistinto da un “S” maiuscola. Mentre la parola ordinaria è solitamente usata per riferirsi al sé personale di un individuo in relazione a concetti come auto-identità, auto-realizzazione.

Il Sé Superiore o Transpersonale di ciascuna persona si riferisce ad un altro livello più alto. Il Sè è al centro delle funzioni dell’inconscio superiore, come ispirazione artistica, intuizione etica, intuizione scientifica. Il Sé è il vero nucleo della persona, di cui generalmente la personalità non è consapevole a livello ordinario.

Come un bambino nell’utero rimane connesso con la madre e riceve energia dalla madre, lo stesso essere umano rimane connesso all’uovo cosmico tramite il punto navale cordale ombelicale di cristallo e riceve l’energia cosmica dall’uovo cosmico.

Sé personale e Sé transpersonale

Il sé personale (che Assagioli chiamerà anche Io-regista o Io centrale) può essere considerato come un riflesso di questa realtà superiore. Il sé personale e le sue funzioni abituali (emozioni, mente, sensazione, ecc.) possono essere infusi con energie vitali provenienti dal proprio Sé Transpersonale. In parole semplici questo può avvenire in un’ispirazione artistica, in cui il sé personale riceve energia dal Sé transpersonale. Ma Assagioli sottolinea che queste esperienze del Sé avvengono nella vita di tutti gli esseri umani.

Il Sè e l’Io centrale sono collegati da un ipotetico asse. Come attraverso un cordone ombelicale, vengono trasportati ossigeno e nutrienti dalla madre al feto, dall’anima all’Io.

La stella del Sé si trova parzialmente nell’ovoide dell’individuo e in parte al di fuori, indicando che il Sé individuale è in contatto con ciò che potrebbe essere chiamato il Sé Universale. Grandi mistici del passato potrebbero aver contattato il proprio Sé individuale ma anche quello universale.

psicosintesi personale e transpersonale

In India il Sè è tradizionalmente chiamato Atman. Il Sé è una fonte di guida, di illuminazione e ispirazione, e di sviluppo del potenziale umano. Ci sono due livelli di sviluppo. Un livello è lo sviluppo della personalità, che consiste nel portare emozioni, mente, intuizione e così via ad un funzionamento armonioso, la vera “autorealizzazione”. Questo primo sviluppo è la “psicosintesi personale”.

Per molte persone questo è sufficiente. Ma altri sentono “chiamate” e sono attratti dalla possibilità di espandere la coscienza nelle parti più lontane del Superconscio, fino all’esperienza del Sé. Questa è la vera realizzazione del Sé, ciò che Assagioli chiama Psicosintesi Transpersonale o Spirituale.

Droghe e stati di coscienza “elevati”

Con la diffusione delle droghe molti giovani ne hanno fatto uso nella speranza di procurarsi esperienze di stati di coscienza “alti”. Ma queste esperienze, seppure piacevoli, sono momentanee. Queste persone inevitabilmente ricadono al livello ordinario, poi si sentono depresse e si chiedono perché non possono rimanere “in alto”. Accade che queste persone hanno momenti “di coscienza cosmica” ma la loro personalità è inadeguata ad affrontare queste esperienze e così vanno incontro a una “ricaduta”.

La consapevolezza come realtà viventi, prima del sé personale e poi del Sé transpersonale, fornisce una struttura necessaria che consente un’ascensione costante e graduale. Da tale consapevolezza arriva anche la comprensione della natura delle esperienze spontanee o indotte, che porta alla loro assimilazione negli altri aspetti della personalità.

realizzazione transpersonale

Pertanto, dice Assagioli, in primo luogo è necessaria la psicosintesi personale, compresa la fase psicoanalitica, anche se non necessariamente una psicoanalisi formale e dettagliata.

La psicosintesi più accreditata si ferma all’integrazione delle parti e alla stabilizzazione del’Io centrale come centro di volontà.

Ma la psicosintesi non si ferma qui a quello che Maslow definisce autorealizzazione della personalità. C’è una realizzazione transpersonale che va oltre la personalità. Consiste nell’avvicinamento dell’Io al Sé, e nel viaggio, simile a quello di individuazione di Jung, in cui si incontrano i reami dell’inconscio superiore, gli archetipi e le forme assolute. Tali incontri sono necessari se si vuole tentare un approccio col Sé.

consapevolezza del Sé

Dopo di ciò, e talvolta anche in concomitanza, viene l’esperienza della consapevolezza del Sé. Quindi il Sé può essere chiamato a guidare l’intero processo dello sviluppo umano. La consapevolezza di Sé su un’ampia base porterà nella vita le più alte energie umane e le ispirazioni. E’ un percorso a tappe.

“La realtà del supercosciente non ha bisogno di essere dimostrata; è una esperienza e, quando ne diventiamo consapevoli, costituisce uno di quelli che il Bergson ha così bene chiamati “i dati della coscienza” i quali hanno in sé stessi la propria evidenza e la propria prova. E’ una esperienza diretta come quella di un colore, di un suono, di un sentimento. Nessuno può, né ha bisogno di dimostrare la sensazione del rosso o del verde, della gioia o del dolore; per chi ne ha l’esperienza sono una realtà psicologica. (Tratto da “Lo sviluppo transpersonale)”

Il contatto della nostra coscienza con contenuti dell’inconscio superiore può avvenire per via discendente (intuizioni, illuminazioni, ispirazioni) o ascendente (elevazione del nostro centro di coscienza ad esempio attraverso specifiche tecniche, meditazioni in particolare).

 

https://kennethsorensen.dk/en/the-rebirth-of-the-soul-interview-with-roberto-assagioli/