Superinconscio e Sé

Il superinconscio e il Sé

Secondo Roberto Assagioli le esperienze supercoscienti consistono fondamentalmente nel diverire consapevoli dell’attività che avviene nei livelli più alti della coscienza umana, nel superinconscio. Per esempio gli stati di estasi, gioia e amore per tutte le creature viventi, riportati da molti mistici, e le  ispirazioni creative degli artisti, ma anche le scoperte scientifiche.

Invece il Sé Transpersonale è fondamentalmente “ontologico”. Onthos significa essere – quindi non è un processo, ma è qualcosa che sta in se stesso. E’ solo il punto focale attorno al quale si verificano i molti processi supercoscienti; è anche la causa di quei processi e la fonte dell’energia che li rende possibili.

Il Sé è ciò che rimane

Il pensiero chiave è nella Gita: “Avendo pervaso con una parte di me stesso l’intero universo, rimango”. Ciò che “rimane” è il Sé al suo stesso livello. Tuttavia, mentre rimane lì, può pervadere e pervadere l’intero universo della sua personalità, e ciò avviene attraverso il superconscio.

Assagioli fa l’esempio della centrale elettrica di una città. Alla sorgente il generatore ha elettricità di una certa intensità o voltaggio. Questa elettricità raggiunge poi la rete cittadina e lungo il percorso ci sono altri trasformatori che riducono il voltaggio, ma l’intensità alla sorgente rimane stabile e immutabile. Nelle prese di corrente delle case si trova  energia in un voltaggio che è sempre uguale. Eppure il flusso di energia elettrica scorre continuamente lungo i fili per energizzare una moltitudine di macchine fino agli apparecchi casalinghi.

Allo stesso modo il Sé è immutabile nell’essenza, eppure invia le sue energie, che vengono diminuite in intensità e trasmesse attraverso il Superconscio e ricevute, assorbite e utilizzate dalla personalità. Interessante notare che anche Jung affermò che archetipi e simboli (che sono elementi importanti del superconscio) sono trasmettitori e trasformatori di energie.

Esperienza del Sé

L’esperienza del Sé potrebbe essere raggiunta nella misura in cui l’Io – che è una proiezione o emanazione del Sé – ascende verso il Sé, si identifica con esso e viene temporaneamente assorbito in esso.

Quindi il primo passo verso l’esperienza del Sé è realizzare l’esperienza dell’Io. L’Io è il centro personale di consapevolezza e volontà.

Io e psicosintesi personale

L’Io è l’osservatore e il direttore ed è distinto dai contenuti della coscienza. Per raggiungerlo, bisogna prima disidentificarsi da sentimenti, pensieri, desideri, pulsioni, sensazioni, impulsi – dalla miriade di contenuti della coscienza personale. Questo naturalmente non significa in alcun modo abbandonare o sopprimere nessuna delle funzioni della personalità, ma armonizzarle.

Raggiungere questa condizione di identificazione con l’Io e la padronanza e l’armonia interiori è uno dei principali obiettivi della psicosintesi personale.

L’ascesa dell’Io verso il Sé

Nella misura in cui l’Io riesce a liberarsi da quelle identificazioni errate a livello personale, e ad utilizzarle e dirigerle, incanalando le energia corrispondenti, diventa capace di ascendere, attraverso il regno superconscio o transpersonale, verso il Sé.

Durante questo processo ci può manifestare una maggiore intensità del senso di identità e di auto-consapevolezza. Questo è dovuto al fatto di trovarsi in prossimità del Sé.

L’esperienza del Sé in base al tipo psicologico

Una di queste due esperienze sarà prevalente, a seconda del tipo psicologico.

Usando la classificazione settenaria menzionata nell’Atto di Volontà, l’esperienza del superconscio sarà generalmente prevalente nel tipo “amore / illuminazione” e nel tipo “estetico / creativo”.

Un maggiore senso di identità è probabilmente più rilevante nel tipo “Volontà / potenza”, e nel tipo “scientifico / razionale” e, in una certa misura, nel tipo “attivo / pratico”.

Ma la rilevanza relativa delle due esperienze può anche cambiare nello stesso individuo in tempi diversi a seconda di un numero di fattori, ad esempio il particolare stadio di sviluppo, o come risultato di attività deliberate intraprese a tale scopo, come esercizi di meditazione specifici.

Disidentificazione dal Superinconscio

Per avere una vera esperienza del Sé, anche iniziale, è necessario disidentificarsi anche dal superinconscio. E questo è molto difficile, perché gli stati di consapevolezza transpersonale sono spesso così gioiosi e allettanti che è difficile rinunciarvi. Queste esperienze di picco come le chiama Maslow sono belle e spesso estatiche, ma non sono la pura esperienza del Sé.

Senza rimanere troppo legate ad esse, ma neanche scegliendo un cammino austero, è necessaria l’ascesa attraverso il superinconscio. Però quando quest’ultimo non è sufficientemente sviluppato, una intensa esperienza del Se può produrre disorientamento. Lo stesso, se si sviluppa il superinconscio senza aver prima sviluppato un adeguato Io centrale, si rischia di perdere il senso dell’Io. Si capisce bene che tutto deve essere ben consapevolizzato e armonizzato.

Uno dei principi fondamentali della psicosintesi infatti è che possiamo utilizzare ogni funzione ed elemento della nostra psiche, purché ne comprendiamo la natura e lo scopo, e la mettiamo nella sua giusta relazione con il tutto più grande.

Descrizione dell’esperienza del Sé

E’ del tutto impossibile descrivere l’esperienza del Sé in modo più che superficiale. Nel tentativo di indicare ciò che è al di là delle parole, sono stati usati vari termini: Atman, Tao (nel suo senso trascendente), il Vuoto, l’essenza, la Causa ultima, il Punto Omega.

Il simbolo del loto

In Oriente il Sé è simbolizzato da un loto con un gioiello radioso al centro. I petali del loto rappresentano gorghi, o vortici di energie di varie qualità. Man mano che questi vortici si sviluppano, interagiscono e diventano altamente organizzati, e il loto si va aprendo. I petali corrispondono alle funzioni e ai processi transpersonali, invece il gioiello radioso al centro rappresenta il Sé, una scintilla di universalità, il motore immobile.

Nel Sé ritroviamo tutti i processi che hanno una propria esistenza ma sono anche inclusi in una realtà immutabile, il gioiello al centro del loto. Il fatto che tutti i processi possano essere contenuti in un nucleo centrale immutabile è un altro aspetto della natura paradossale del Sé.

Riconoscere l’esperienza del Sé

Molti che hanno avuto esperienze transpersonali anche intense – esperienze piene di sentimenti estatici e belli, di luce, di intuizione – credono di aver preso contatto con il Sé, mentre in realtà hanno solo sperimentato i livelli di consapevolezza superconscienti. Nel raggiungere il Sé è importante sapere come riconoscere questa differenza. Tutto ciò che ha movimento, cambiamento, attività, direzione, confini, dimensioni, restrizioni, limiti o qualità specifiche di qualsiasi tipo, in altre parole tutto ciò che è meno che eterno e infinito e che, visto dal nostro normale punto di vista, contiene o implica qualsiasi tipo di differenziazione, non è il Sé!

Il Sé non ha qualità e allo stesso tempo è la sintesi di tutte le qualità, nel senso che tutte le qualità sono contenute in esso e sono armoniosamente integrate. Sia dell’oscurità che della luce bianca si può dire che non abbiano colori, tuttavia la luce bianca contiene tutti i colori. E la radiazione del Sé può essere vissuta, in momenti diversi, sia come oscurità che come pura luce bianca intensa.

il percorso spirituale che conduce al Sé

Questo è stato riportato da molti mistici, il più famoso di tutti è stato San Giovanni della Croce che ha usato il termine “Notte oscura dell’Anima” per descrivere lo stato che precede e conduce all’esperienza del Sé.  Avviene di trovarsi nell’oscurità perché il percorso spirituale implica una  purificazione e trasmutazione radicale, il risveglio di una serie di facoltà ancora inattive, l’elevazione della coscienza a livelli mai toccati prima e il suo espandersi lungo una nuova dimensione interna.

Qualsiasi concetto o immagine dell’esperienza del Sé che possiamo avere prima dell’esperienza reale, ci porterà probabilmente fuori strada. Ciò che è importante non è cercare di capire in anticipo come sarà l’esperienza, ma effettivamente avere quell’esperienza, identificandosi prima con l’Io e poi da Io, cioè come puro centro di autocoscienza, ascendendo verso il Sé e diventando unificato con esso.

E’ solo grazie all’identificazione col Sé che possiamo superare l’innato senso di separazza e solitudine che è uno degli aspetti ineluttabili dell’essere umano.

Per usare le parole di Maslow:”… questo è uno stato fenomenologico speciale in cui la persona in qualche modo percepisce l’intero cosmo o almeno l’unità e l’integrazione di esso e di ogni cosa in esso, incluso il suo Sé. Quindi si sente come se appartenesse di diritto al cosmo. Diventa uno della famiglia piuttosto che un orfano. Lui viene dentro piuttosto che stare fuori a guardare dentro. Si sente contemporaneamente piccolo a causa della vastità dell’universo, ma anche un essere importante perché è lì in esso per diritto assoluto. È parte dell’universo piuttosto che estraneo o intruso in esso “.

La vera libertà

L’identificazione con il Sé libera da tutti i limiti e le restrizioni della vita personale, e – a condizione che il superconscio sia adeguatamente sviluppato – dona la libertà di agire nel mondo secondo volontà e come agente libero, secondo il bisogno percepito, a scopo transpersonale, e per il bene di tutti.

Allo stesso modo, raggiungendo l’identificazione con il Sé e la coscienza dell’universalità, troviamo il nostro giusto posto nel più grande insieme, e così facendo entriamo in un nuovo ciclo, quello che i saggi orientali hanno chiamato “La via dell’evoluzione superiore”.

L’esperienza dell’IO

Abbiamo detto che per avere la pura esperienza del Sé Transpersonale ci si deve disidentificare da ciò che non è il Sé; e che per essere in grado di farlo, si deve prima avere l’esperienza del sé personale – l’Io.

Per questo deve essere usata la Volontà: prima per acquisire la consapevolezza dell’Io personale e identificarsi con esso, e in secondo luogo per salire dall’Io verso il Sé. Allo stesso tempo il Sé, per mezzo della Volontà Transpersonale, attrae e riassorbe l’Io personale che era una sua emanazione. Questo indica l’azione coordinata della volontà personale e della volontà transpersonale.

L’io è intimamente correlato al sé transpersonale. Più precisamente, l’io è una proiezione o riflesso del Sé, un avamposto del Sé nel mondo della personalità. È importante rendersene conto, perché il tentativo di raggiungere il Sé saltando l’Io è un errore. Molti, con le migliori intenzioni e al costo di un grande dolore, cercano di “distruggere” l’Io personale, l’Ego. Qui troviamo un’importante differenza tra la psicosintesi e vari altri metodi.

L’Io non deve essere distrutto. Quello che dobbiamo eliminare è il nostro attaccamento all’Io, perché quest’ultimo “deve” essere riportato alla sua origine. E ciò avviene attraverso il coordinamento e l’allineamento della volontà personale con la Volontà Transpersonale, che porta alla riunificazione del sé personale con il Sé Transpersonale.

allineamento di volontà

Che l’Io allinei liberamente la sua volontà con la Volontà del Sé Transpersonale è un compito molto difficile e un atto culminante, che solo un Io forte con una volontà pienamente sviluppata è in grado di raggiungere. Tutti gli atti precedenti della volontà nel mondo della personalità possono essere considerati, in un certo senso, preparazione e addestramento di questo allineamento finale.

Quindi l’unificazione dell’Io con il Sé diventa possibile solo quando il senso dell’Io, o dell’identità personale, ha raggiunto un’intensità sufficiente. Di conseguenza la volontà personale dovrà avere una forza corrispondente all’intensità, che gli consente liberamente e deliberatamente di disidentificarsi dalle funzioni della personalità per elevarsi sufficientemente da suscitare una corrispondente azione attraente del Sé.

L’io è una proiezione, un avamposto del Sé. E c’è una connessione permanente tra i due, attraverso la quale fluisce energia. Quando viene raggiunta una buona consapevolezza personale, allora dei flussi di energia fluiscono dal Sé Transpersonale all’Io. Questa energia è diversa da quella che proviene dai livelli supercoscienti, perché non porta contenuti specifici o intuizioni.

flusso di energia dal Sé

Questo flusso di energia dal Sé viene vissuto come intensificazione dell’autocoscienza accompagnata da un senso di beatitudine. Sat Chit Ananda. Il sé Transpersonale è della stessa natura della realtà universale perciò la sua energia è carica di potenza e beatitudine senza alcun contenuto specifico.

Per questo motivo la realtà ultima a cui appartiene è stata descritta in termini di purezza. La purezza è l’assenza di una qualità specifica, che viene raggiunta attraverso la sintesi armoniosa di tutte le qualità (proprio come la luce bianca, l’assenza di colore, è la combinazione nelle giuste proporzioni di tutti i colori). È il Vuoto in senso positivo, che contiene tutta la vita, a cui tutto appartiene, e in cui tutto è combinato.

Il Sé come campo energetico

E’ importante capire che il Sé è senza dimensioni; è un punto geometrico che non occupa spazio; è sia zero che infinito, il “Punto Laya”, “il motore immobile” di Aristotele. E irradia raggi di energia, emana un campo energetico. Un aspetto di questa energia raggiunge il superconscio. Un altro raggiunge l’io. La relazione tra il Sé e l’io è diretta, e il Superconscio non ne è coinvolto. Si deve imparare a passare attraverso il regno del superconscio senza guardare a destra o a sinistra, per così dire, e questo è molto difficile, perché il superinconscio è così allettante!

L’Io crea la sua personalità. La psicosintesi personale è proprio questo: la creazione di una personalità pienamente armonizzata e integrata dall’Io, che è il sé personale. L’Io deve essere in grado di esprimersi a tutti i livelli della personalità, deve usare tutte le energie e le funzioni in qualsiasi momento e secondo la sua volontà, secondo il proprio scopo. Deve essere libero da ogni identificazione forzata, libero di essere completamente disidentificato o parzialmente identificato con qualsiasi funzione o gruppo di funzioni. Il sé personale lungo la via dello sviluppo e della crescita deve usare le sue qualità, esprimere il suo potere, la sua volontà e pervadere il piccolo universo della personalità pur rimanendo al centro.

evoluzione della coscienza

In modo simile, il Sé Transpersonale al suo livello deve usare il superconscio come veicolo di esperienza ed espressione, come mezzo attraverso il quale la sua energia viene “trasformata” o “dimessa”, in una forma che può essere utilizzata dalla personalità.

In questo modo si ha una corretta evoluzione della coscienza. Se invece abbiamo un superinconscio altamente sviluppato senza un senso di identità si può avere un  senso di oppressione, di “essere spazzato via”. Un prematuro afflusso di energia direttamente dal Sé senza la capacità di convogliare l’energia attraverso il superinconscio può produrre squilibrio e disorientamento e in casi estremi persino psicosi. Per riprendere l’esempio della centrale elettrica si può rimanere fulminati perché il voltaggio è troppo alto. Bisogna avere il modo di assimilare l’esperienza del Sé in relazione alla vita quotidiana, altrimenti l’esperienza del Sé rimane scollegata e si può avere un doloroso senso di divisione.

confusioni esperenziali

In casi estremi può esserci il rifiuto del mondo quotidiano come non-reale. Questa è una confusione esperienziale di base: il mondo è reale. Ciò che non è reale è la nostra percezione di esso, come i fisici hanno dimostrato all’inizio del secolo. Hanno dimostrato che ciò che percepiamo come materia solida è in realtà spazio quasi completamente vuoto, in cui gli atomi – loro stessi vortici di energia – interagiscono a distanze proporzionali alle stelle nella nostra galassia.

Al polo opposto, ci può essere una confusione di livelli in cui, dopo l’esperienza del Sè, si crede di essere ancora identificato con il Sé quando invece si è ridiscesi  al livello dell ‘Io. Ciò può causare “inflazione dell’ego”, cioè sentimenti di onnipotenza.  In casi estremi, l’individuo che, parlando dal sé personale, dice “Io sono Dio”, attribuendo così all’Io una natura spirituale che appartiene propriamente al Sé.

Ma quando parallelamente all’innalzarsi dell’Io verso il Sé, si sviluppano anche le funzioni e i processi del superconscio, allora il percorso è sano e immensamente fecondo e l’energia può fluire gioiosamente. Quindi si acquisisce la volontà di “usare” la compassione e la saggezza, così come la forza, il potere e la volontà: la forza e il potere di esprimere la compassione secondo la saggezza; la saggezza e la compassione per usare il potere per il bene più grande!

Source:

https://kennethsorensen.dk/en/the-superconscious-and-the-self/

Article by Roberto Assagioli

Roberto Assagioli , and Jim Vargui

Handed out by The Psychosynthesis and Education Trust, London